Aprire un conto offshore letteralmente significa aprire un conto bancario fuori dal proprio paese di residenza. Sembra un termine mitologico, che incute un certo timore e di cui percepiamo un certo margine di rischio, la realtà è tutt’altro che questa.
Ad oggi, aprire un conto offshore è possibile e legale, ma bisogna seguire pedissequamente le leggi vigenti dei suddetti territori che permettono l’apertura di un conto anonimo. Tra le persone che prediligevano l’apertura di conti offshore, spesso, in passato c’erano anche criminali e mafiosi che desideravano far perdere le tracce della propria attività illecita.
In questo articolo vogliamo spiegare con maggiore chiarezza cosa si intenda per conto offshore bancario e cosa implichi in termini di vincoli e responsabilità. Al termine della lettura, dunque, vorremmo che aveste un’idea più chiara sulla procedura di apertura di un conto offshore, con i relativi vantaggi e svantaggi, per avere un panorama chiarificato in merito e prendere le vostre eventuali decisioni. Buona lettura!
Tipologia di conto bancario
Un tempo l’apertura di conti offshore era svantaggiata dalla necessità di recarsi personalmente nei luoghi dei cosiddetti Pradisi Fiscali. Oggi, al contrario, la pratica diventa più snella grazie alla possibilità di aprire un conto offshore come faresti in qualsiasi altra banca: potrai farlo mettendoti in comunicazione telematica con la banca d’interesse, comunicando tramite email o previa telefono cellulare l’intenzione di aprire un conto estero.
Ovviamente, bisognerà lasciare tutte le informazioni utili alla banca, affidandosi al segreto fiscale e rispettando la norma che, in qualunque caso, i dati rivelati rimarranno in possesso della sola banca. Essa verificherà che i vostri dati d’ingresso siano corretti e veritieri. Ovviamente, saranno richiesti documenti in caso di società offshore o se entità, d’identità personali come la carta d’identità, passaporto o patente di guida.
Altra informazione importante su cui è bene essere chiari sarebbe la residenza: infatti, è possibile che determinati Paesi richiedano un trattamento peculiare in ingresso per quanto concerne la tassazione. Essendo l’informazione primaria, non basterà identificare la propria residenza de dictu, ma la Banca necessiterà spesso di una ulteriore conferma, che potrà essere confermata o tramite bollette intestate oppure tramite autenticazione notarile.
Pur trattandosi di un conto corrente anonimo, anzi a maggior ragione di ciò, la Banca dovrebbe curarsi di chiedere anche ulteriori informazioni sulla provenienza del denaro che viene depositato presso la filiale: potrebbe richiedere una busta paga dal datore di lavoro per verificare che la somma provenga effettivamente da salario; lettera assicurativa dalla propria compagnia per quanto riguarda i fondi assicurativi; contratti e documenti di locazione per quanto concerne invece transazioni provenienti da immobili. Può anche capitare di voler investire in conti offshore il lascito del proprio patrimonio ereditario; in questo caso, il possesso del capitale può essere verificato con lettere testamentarie.
Come aprire un conto bancario offshore
Quando parliamo di conto offshore anonimo, la prima cosa che dobbiamo sapere è che, aprendone uno all’estero, il nostro contenuto dettagliato e le nostre attività rimarranno intatte, intoccabili. Nessuno potrà rintracciare le nostre operazioni bancarie, le quali resteranno anche protette da anonimato.
Ma com’è possibile restare anonimi se si sta aprendo un conto con la propria banca?
Questo passaggio è spesso sottovalutato, ma necessita di una spiegazione. Di norma, infatti, aprendo il nostro conto offshore, stiamo intestando un conto corrente non direttamente alla nostra persona, ma ad una società che è strettamente in comunicazione con la nostra banca, l’istituto di credito. Il totale del nostro conto in banca dunque non contiene soltanto il nostro gruzzolo personale, ma anche la somma di tutti gli altri capitali investiti dai clienti del medesimo istituto di credito.
Dunque, questa pratica garantisce una certa dose di anonimato al nostro denaro: è come se, invece che possedere una matita con su scritto il nostro nome, avessimo una enorme scatola di matite colorate chiusa, in cui nessuno può guardare: il nostro conto è sempre lì, ma mischiato alle matite degli altri, che restano altrettanto sconosciute ad un osservatore esterno. Solo la banca sa esattamente chi sta aprendo un conto offshore e con quanto denaro. Ma allora, come facciamo a identificare che quel denaro è effettivamente il nostro?
Non c’è il rischio di perderlo insieme alla somma dei capitali altrui? Questo rischio, signori, è scongiurato dalla presenza di un identificativo a mezzo codice, consegnato dalla banca a tutti i clienti che vengono a chiedere di aprire un conto offshore. In questo modo, come nel caso dei codici segreti del PIN, nessuno a parte voi saprà come collegare il denaro a voi.
Vantaggi
Molte persone si chiedono se ci sia effettivamente un vantaggio nell’aprire un conto all’estero, o se questo sia solamente un falso mito che circola tra le pagine del web senza effettivamente avere un pratico riscontro nella realtà. Ovviamente, in base a ciò che abbiamo visto finora, ci sono lati di luce e di buio intorno alla pratica dell’apertura di un conto offshore.
Tra le cose più evidenti che abbiamo esaminato, sicuramente ne spiccano tre: la presenza di anonimato come nel caso per chi vuole aprire una società in Svizzera, che garantisce una certa privacy nel caso di investimenti segreti e necessità particolari (questa pratica dell’anonimato, notate bene, viene chiamata segreto commerciale o segreto bancario); in secondo luogo, anche la tassazione sul denaro è praticamente nulla: aprendo un conto offshore anonimo, le tasse per le persone fisiche non residenti e estere non sono praticamente rilevanti.
Garanzie
Questo processo garantisce di non spendere in tassazioni bancarie per il proprio denaro, e in quanto al fattore economico, probabilmente il risparimio è una delle motivazioni più convincenti per aprire un conto all’estero. Un altro fattore direttamente derivante dal segreto commerciale è la possibilità di usufruire del proprio denaro senza un controllo stringente sugli spostamenti di denaro; non ci sono tassazioni o controlli sui cambi e le grosse somme possono essere trasferite e scambiate con relativa facilità.
Dunque, riassumento un po’ tutto, i possidenti a cui conviene aprire un conto offshore sono di varie categorie: prima di tutto, piccoli e medi imprenditori che non hanno ancora guadagnato somme di denaro enormi ed eccessivamente ingenti, ma che desiderano in qualche modo disincentivare tassazioni eccessive sul proprio conto. Spesso, infatti, le banche italiane impediscono la ritenzione o la fruizione libera di queste somme poiché tendono a comprimerle con costi eccessivi di tassazione.
In questi casi, dunque, ridurre il carico fiscale sul proprio bene mobile sembra una scelta idonea alla strategia di accumulare denaro senza pressione a perdere.
Allo stesso tempo, aprire un conto offshore è un’operazione che spesso svolgono tutti quei grandi imprenditori e possidenti che non vogliono tenere traccia oppressiva sul proprio denaro, approfittando del segreto fiscale per garantirsi anonimato e minore pressione fiscale. Insomma, molti acquirenti bancari potrebbero effettivamente beneficiare dell’apertura del conto offshore, ma bisogna essere consapevoli anche dei rischi.
Tempistiche
Di solito, l’apertura di un conto offshore richiede un periodo di tempo compreso tra 5 e 15 giorni dalla presentazione della documentazione necessaria. Tuttavia, questo periodo può variare a seconda del tipo di conto scelto e delle eventuali complessità relative all’accettazione da parte della banca.
Per complessità di accettazione, si intendono le richieste aggiuntive fatte dalla banca, che quasi sempre richiedono documentazione supplementare. Ad esempio, per un conto aziendale, potrebbe essere richiesto un business plan dettagliato, mentre per un conto personale potrebbe essere richiesta la documentazione sull’origine dei fondi.
Una volta inviate tutte le richieste, la pratica viene valutata dal team di conformità (compliance team), il quale impiega alcuni giorni per approvare l’apertura del conto bancario.
Costi
Il costo per aprire un conto offshore può variare in base al tipo di conto (aziendale o personale) e alla scelta dello stato o della nazione, generalmente si aggira da un minimo di 200€ ad un massimo di 2000€.
Nella maggior parte dei casi, l’apertura di un conto da remoto è gratuita e non comporta costi di avvio o gestione. L’unico costo effettivo potrebbe essere relativo alla procura sul posto o al consulente che fornisce supporto nell’apertura del conto.
Nel nostro servizio, ci occupiamo direttamente della pratica, offrendo la garanzia dell’apertura di un conto offshore senza la necessità di viaggi. Contattaci per ottenere un preventivo.
Legislazione
Il tempo dei Paradisi Fiscali illeciti dovrebbe ormai finire. A tal proprosito, è bene che chi apre un conto offshore sia consapevole che aprire documentazioni per tale fine senza avere la certezza di poterlo fare in totale trasparenza con la Banca non ha senso.
La documentazione richiesta come per aprire una società a Cipro, di cui parleremo dettagliatamente in seguito, deve essere sempre resa disponibile alla Banca, sebbene in seguito all’apertura del conto, come anticipato prima, il denaro risulterà totalmente anonimo ed inviso a tutti coloro che non sono la propria banca.
In ingresso, però, si verrà sottoposti a numerosi controlli fiscali, ed è bene rivolgersi alla Banca giusta. Particolare attenzione al Paese in cui si decide di aprire il conto: alcuni di essi sono ancora considerati sospetti di aver favorito attività illecite, per cui aprire un conto potrebbe far scattare controlli legali da parte delle autorità: attenzione alla blacklist delle banche sospette. Inoltre, alcuni affermano che in media la sicurezza dei conti offshore potrebbe risultare compromessa in caso di crisi finanziaria per via della mancanza di assicurazioni: nell’Isola Man, ad esempio, nel 2008 si registrò una grave perdita di finanziamenti per tutti i risparmiatori che avevano ivi investito il proprio capitale.
Sembra che le autorità avessero affermato di aver risarcito quasi totalità dei clienti.
Altro rischio potrebbe essere il meccanismo di compensazione: ogni Banca offshore garantisce un massimo importo di deposito, mentre tutti i capitali in eccesso non sono assicurati. Insomma, i rischi di incappare in perdite di denaro sono sempre dietro l’angolo, ma non c’è una ricetta unica. Ciò che consigliamo, anzi, raccomandiamo, è rivolgersi ad esperti di giurisdizione in materia di fiscalità estera e scegliere con cura la Banca a cui rivolgersi.
Anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI) si occupa, negli ultimi tempi con maggiore sforzo, a monitorare la regolamentazione dei conti offshore, in collaborazione con altri istituti come l’IRS, che promuovendo trasparenza spesso vengono accusati di violare il principio di segretezza fiscale.
Queste norme,volte alla maggiore trasparenza e all’evitamento di possibili illeciti coperti dall’anonimato, devono essere comunque favorite dall’adempimento legale di tutti coloro che desiderano aprire un conto offshore. Dopo questa noiosa trafila di informazioni giuridiche, passiamo a spiegare in termini più semplici in cosa consistono le proprietà fondamentali di un conto offshore e della sua legislazione!
Dove si trovano i Paesi dove è possibile aprire conti offshore
Ecco alcuni dei cosiddetti Paradisi Fiscali con Banche che hanno ivi la propria sede legale:
- Belize;
- Liechtenstein;
- Antigua e Barbuda;
- Principato di Monaco;
- Panama;
- Isole Cayman;
- Anguilla;
- Jersey;
- Seychelles;
- Austria;
- Lettonia;
- Svizzera;
In questi paesi, l’apertura di conti offshore è altamente consigliata e, soprattutto, avvantaggiata dalla presenza di legislazione snella in merito al deposito, movimento di denaro, ritenzione di commissioni e costi totali. Proprio per via di queste particolari pratiche legislative, le Banche sono incentivate alla promozione dell’apertura di conti offshore, a cui si rivolgono ovviamente tutti clienti stranieri provenienti da Paesi in cui le leggi in merito sono restrittive e impongono controlli e tassazioni fiscali molto pesanti.
Aprire un conto all’estero a distanza
Spesso, aprire i conti offshore sarebbe possibile in piccoli Stati esteri, come le isole e i cosiddetti territori ‘Paradiso Fiscale’: tra tutti, ricordiamo particolarmente il Principato di Monaco, Panama e il Liechtenstein. Ovviamente, questi stati sono strettamente regolamentati nel loro regime fiscale di deposito offshore, per cui non pensiate di poter depositare i soldi in modo semplice e veloce: dovrete incontrare alcune pratiche burocratiche regolamentative volte alla diminuizione dei reati penali e fiscali che seguivano spesso, in passato, alla scarsa normativa in merito.
Ma, ad oggi, sarebbe bene uscire dagli stereotipi e cercare di capire con più consapevolezza le normative che vigono in merito di apertura di conti in banche estere e nei cosiddetti paradisi fiscali.
Questa pratica spessa associata anche ad aperture dislocate come per esempio, aprire società in delaware nel paradiso fiscale USA più conosciuto al mondo. In effetti, potrebbe risultare ottimale per chi ha ingenti somme di denaro e necessita di una pratica bancaria snella per evitare costi di commissioni eccessivi, protezione massimale sul proprio denaro e interesse vantaggioso in termini di costi e riservatezza.La legislazione dei conti offshore
Vedremo nel prossimo paragrafo le principali caratteristiche, in termini semplici, dei conti offshore: in questo ricorderemo che, a dispetto di ciò che si pensa di solito, le Banche offshore non sono del tutto libere di svolgere il proprio interesse, ma devono sottostare ad importanti normative di diritto internazionale. In particolare, la giurisdizione cui sono sottoposte è detta licenza bancaria internazionale (o licenza offshore), che determina alcuni importanti principi:
L’ente che si occupa del tracciamento di liceità delle operazioni bancarie nei Paradisi Fiscali è detto OCSE (Organizzazione per la Cooperazione lo Sviluppo Economico), che può anche legittimamente rimuovere o aggiungere i Paesi dalla cosiddetta lista bianca, ovvero quella lista di nazioni che rispettano la normativa in merito di fisco trasparente.